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La repubblica marinara di Amalfi

Le sue stradine strette ricordano quelle delle kasbah del Levante

By AmalfiCoasting


Amalfi fu fondata nel 4° secolo dopo Cristo quando una nuova colonia romana nella vicina Lucania venne sotto attacco dei barbari e gli abitanti si trasferirono nella fertile e ben irrigata zona collinare intorno alla moderna Scala.

Nel primo riferimento scritto del 596, Amalfi era già una città fortificata e la sede di un vescovo.

Fu sottoposta ad attacchi stranieri fino al 838, quando fu conquistata e saccheggiata da Sicardo. Dopo la sua morte, formalmente ancora fedele a Bisanzio, dichiarò la propria indipendenza.

La nuova Repubblica fu governata da un sovrano con il titolo di doge (duca). Tra gli inizi del nono e il tardo undicesimo secolo, con Bisanzio in irreversibile declino, l'autonomia politica permise ad Amalfi di diventare una potenza commerciale marittima.

Ottenne un quasi-monopolio del commercio nel Mediterraneo inferiore, vendendo prodotti italiani (legno, ferro , armi , vino, frutta) nei mercati orientali e acquistando spezie, profumi, perle, gioielli, tessuti e tappeti.

Amalfi dette un grande contributo al diritto marittimo e alla navigazione - il compasso nautico è stato inventato ad Amalfi.

Il paese ha sviluppato una sua caratteristica architettura arabo-siciliana: le case ravvicinate collegate da un dedalo di vicoli e scale ricordano chiaramente i souk del Levante.

I collegamenti orientali portarono anche nuove tecniche artigianali per la lavorazione della carta, la concia, la cultura del baco da seta e la tessitura della seta, la produzione di ceramica smaltata e la lavorazione del corallo.

Con la sua eclissi mercantile e la conquista da parte della Spagna, Amalfi cadde poi in un inarrestabile declino.

IL DUOMO

Piuttosto che di Duomo, sarebbe più corretto parlare di complesso monumentale, in quanto composto da più corpi autonomi, sebbene intimamente collegati tra loro. L’elemento più antico della struttura è certamente la Basilica del SS. Crocifisso, edificata prima dell’anno 833 su un più antico tempio paleocristiano. Accanto ad essa, nel 987 fu costruita l’attuale cattedrale metropolita a sei navate.

Le Porte di Bronzo, le prime comparse in Italia, provengono da Costantinopoli e sono dono di un patrizio amalfitano che le fece realizzare da tal Simone di Siria intorno al 1060.

Il Campanile venne iniziato nel 1180 ed ultimato nel 1276. Del 1206 invece la costruzione della Cripta, destinata ad accogliere le sacre spoglie di S. Andrea Apostolo.

Ultimo in ordine di tempo il Chiostro del Paradiso, edificato tra il 1266 e il 1268.

La cattedrale fu divisa in due chiese in epoca barocca e infine restituita allo stile originario dai restauri del 1994.

La facciata è stata realizzata nel 1891 perché l'antica era crollata; spettacolare il mosaico del timpano raffigurante Il Trionfo di Cristo opera di Domenico Morelli, i cui cartoni originali sono conservati nel Salone del Comune.

Basilica del Crocifisso

Con la Cattedrale nuovamente libera della veste seicentesca, possiamo ammirare in tutto il suo splendore il matroneo, ornato di bifore e monofore, e le antiche colonne della struttura originaria.

Sul lato sinistro, forse residuo del primitivo tempio, due cappelline riccamente affrescate con Scene di Miracoli ed Effigi di Santi, tra cui il Beato Fra Gerardo Sasso, amalfitano e fondatore dell’Ordine di Malta. Nelle teche poste al centro dell’aula è custodito parte del tesoro della Cattedrale: il delicato ricamo della Mitra Angioina del 1297, fatta di gemme, oro, smalti ed un “pavè” di 19.000 perline; il fine cesello del Calice in argento dorato con smalti, perle e gemme della prima metà del sec. XIV; una Portantina Cinese del sec. XVIII, proveniente da Macao; pezzi rari di argenteria di scuola napoletana; e la magnifica Falca derivante da una galea veneziana del XV sec., impiegata dai predoni Saraceni per assaltare la città ma, come tramanda la tradizione, finita con molte altre a picco, sconquassata dalla terribile tempesta che Sant’Andrea, al quale si erano votati gli Amalfitani, scatenò in difesa dei suoi protetti.

Cattedrale di S. Andrea

La cosa migliore è quella di disporci in fondo alla navata centrale in modo da avere una visione d’insieme dell’edificio. Lo sguardo è subito attratto dal grande Crocifisso Ligneo del XIII sec. che domina l’area liturgica; in alto invece, sull’altare, è la tela del Martirio di S. Andrea opera di Andrea Dell’Asta, discepolo del Solimena (1715); due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili ed i due Pulpiti , tutti che facevano parte degli antichi amboni della Cattedrale (XII sec.).

In alto è l’artistico Soffitto a Cassettoni (1702) con le tele centrali che raffigurano la “Flagellazione e la “Crocifissione dell’Apostolo”, ed il “Miracolo della Manna” anch’esse opera del Dell’Asta (1710).

Chiostro del Paradiso

In perfetto stile romanico-amalfitano, fu voluto tra il 1266 ed il 1268 dall’Arcivescovo Filippo Augustariccio, destinato a cimitero dei nobili amalfitani. Suggestivi la struttura ad archi intrecciati che vanno a scaricare su 120 colonnine marmoree, e ancora più il gioco di luci del porticato creato dai raggi di sole che fanno capolino dagli archetti arabescati.

Procedendo da sinistra, troviamo vari reperti lapidei, sarcogagi di epoche diverse e sei cappelline patronali edificate tra il XII ed il XIV sec. Sul fondo incontriamo la cappellina con l’affresco del Cristo Pantacreator, poi quella con la magnifica Crocifissione di scuola giottesca (Roberto D’Oderisio); è un grandioso disegno con in primo piano il Cristo, la Vergine sofferente, Giovanni, la Maddalena, i soldati in armature angioine e, in alto, l’Angelo che prende in consegna l’anima del buon ladrone.

 

Cripta di S. Andrea

S. Andrea, il primo Apostolo morì a Patrasso in Grecia. La cripta fu edificata nel 1206, per accogliere le spoglie dell’Apostolo, che giunsero due anni più tardi, traslate da Costantinopoli dal cardinale Pietro Capuano, legato pontificio nel corso della IV crociata.

Le reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana. 

Link al testo completo del sito dell'Ufficio del Turismo di Amalfi  

Guarda un video su Amalfi e il suo Duomo

Informazioni aggiuntive:

Viaggiart.com su Amalfi